Descrizione
Il volume raccoglie i due cicli delle poesie friulane, “La meglio gioventù” (del 1941-53) e la sua riscrittura del 1974, “La nuova forma de La meglio gioventù”. Sui motivi e sul senso di questi testi Pasolini, già nel 1952, scriveva, parlando di sé in terza persona: “Egli si trovava in presenza di una lingua da cui era distinto: una lingua non sua, ma materna, non sua, ma parlata da coloro che egli amava con dolcezza e violenza, torbidamente e candidamente: il suo regresso da una lingua a un’altra – anteriore e infinitamente più pura – era un regresso lungo i gradi dell’essere. Ma era questo il suo unico modo di conoscenza”.