Descrizione
Hana abbandona gli studi universitari che, piena di curiosità e di entusiasmo, aveva da poco iniziato all’Università di Tirana per tornare a vivere sulle montagne del Nord dell’Albania, nella casa dello zio che l’ha cresciuta dopo la morte dei genitori e che adesso è vedovo e malato. Un atto d’amore e di gratitudine che assume i tratti di uno spaventoso olocausto di sé quando Hana, che si rifiuta di accettare il matrimonio combinato che permetterebbe allo zio di morire in pace ma che costringerebbe lei a rinunciare alla propria indipendenza, pensa che l’unico modo per risolvere i suoi problemi sia diventare una Vergine giurata: una di quelle donne, cioè -la cui esistenza è prevista dal Kanun albanese-, che a un certo punto della propria vita decidono di farsi uomini e di rinnegare la propria femminilità. Lo zio è fiero di lei, “onore della famiglia è salvo e lui è finalmente libero di arrendersi alla malattia che lo divora. Hana ama i libri sopra ogni altra cosa, è appassionata, sensibile. E a Tirana aveva appena scoperto di essere innamorata. Nella cupa solitudine delle montagne si abbrutisce e si imbruttisce per sopravvivere alla fatica, al freddo, allo sconforto. Finché la cugina Lila, emigrata tanti anni prima negli Stati Uniti, non riesce a convincerla a infrangere il giuramento per raggiungerla a Washington.