Descrizione
Arricchito dalla prefazione di Concita De Gregorio, questo libro ci spinge a confrontarci con il lato meno visibile dei rapporti familiari: quel groviglio sottile di non detti e gesti mancati in cui il desiderio e la proiezione degli altri dà vita a una gabbia da cui fuggire sembra impossibile.
Carol, Anna, Bonnie. Madre, figlia e nipote. In questa saga familiare sul dolore e l’amore, tre generazioni di donne si parlano e si cercano attraverso il tempo. Trovandosi riunite da un evento innominabile in una grande casa, le tre donne lasciano che le loro parole e i loro silenzi riecheggino tra le pareti, scambiandosi intenzioni, auspici, domande, alla ricerca di un modo per affrontare il grande rimosso delle loro esistenze. Ognuna ha qualcosa da nascondere e da rivelare. Carol si muove nel mondo come distratta dalla vita: c’è un’energia che la spinge altrove e che ha il sapore liquido dei fiumi. Bonnie è l’ultima della stirpe: non sa quasi nulla della madre e della nonna, ma sa che nel loro passato c’è un segreto oscuro, che la riguarda. Anna è in mezzo tra loro, come un diaframma: un ponte sensoriale tra il cammino della madre e il destino della figlia. A partire dalle loro storie, che si incrociano e allontanano nel loro fluire, Alice Birch dà vita a una scrittura ambiziosa e originale. Come una partitura musicale, divisa in tre ambienti corrispondenti alle linee narrative delle protagoniste, Anatomia di un suicidio segue un doppio andamento: diacronico, muovendosi lungo i tre assi temporali della vita delle protagoniste; simultaneo, con le tre storie accadono in contemporanea, come in un grande affresco sociale.